VERONA – Ville signorili,Rolex e auto di lusso con i fondi del PNRR, 24 ARRESTI PER TRUFFA

Al vertice della truffa c’era una insospettabile coppia, lui altoatesino, lei ucraina, residente formalmente a Verona; poi decine di sodali con diversi precedenti penali, e un “mago del computer”. Sono gli identikit dei componenti del gruppo criminale responsabile di una maxifrode ai danni dell’Unione europea su fondi del Pnrr.

I militari della guardia di finanza di Venezia, in collaborazione con Scico e il Nucleo speciale tutela privacy e frodi tecnologiche, hanno eseguito un totale di 24 misure cautelari nei confronti di 23 persone su richiesta di Eppo (la procura europea): otto sono stati arrestati e portati in carcere, 14 si trovano ai domiciliari, mentre per due Γ¨ stata disposta l’interdizione a svolgere l’attivitΓ  professionale e commerciale. Nel corso delle perquisizioni, i finanzieri hanno anche sequestrato appartamenti, ville signorili, orologi di pregio, oro e automobili di lusso.

Tra gli arrestati compare anche Maurizio De Simone, patron della Pistoiese; per questo i finanzieri si sono presentati stamane per una perquisizione anche nella sede del club calcistico. Il sodalizio coinvolgeva vari prestanome e poteva contare sull’ausilio di quattro professionisti: tre commercialisti e un notaio. In una prima fase, l’attivitΓ  fraudolenta ha riguardato progetti per decine di milioni di euro, finanziati con fondi del Pnrr ed erogati da Simest: gli indagati, tramite societΓ  fasulle, incassavano subito il 50% del finanziamento, pari a 150mila euro, per progetti legati all’internazionalizzazione delle aziende, che poi non portavano a termine. Proprio la fattiva collaborazione della Simest con gli investigatori, e l’attivazione dei protocolli di sull’analisi degli indicatori di rischio delle domande, hanno permesso di bloccare la netta maggioranza delle operazioni, prima dell’erogazione. Simest ha infatti erogato a titolo di anticipo alle imprese coinvolte nella frode 17 milioni di euro, a fronte di un totale di 2,7 miliardi erogati nel corso dell’anno a 6900 aziende italiane.

Lo sviluppo delle indagini ha fatto emergere come l’organizzazione, utilizzando le stesse societΓ , fosse dedita anche alla creazione di crediti inesistenti nel settore edilizio, per un totale complessivo di circa 600 milioni di euro, poi sequestrati. I criminali avevano affinato un apparato di riciclaggio, protetto da tecnologie di ultima generazione – reti vpn e server cloud – e di societΓ  di cartolarizzazione dei crediti per occultare il business illegale e trovare nuove modalitΓ  per monetizzare i crediti inesistenti. A certificare l’alto tasso tecnologico della banda anche il rinvenimento durante le perquisizioni di un computer quantistico.

“Nell’indagine – ha detto il colonnello Marco Stella – abbiamo individuato una elevata sofisticazione nell’uso di tecnologie avanzate e intelligenza artificiale. In particolare, i criminali informatici utilizzavano reti informatiche private, che permettono di simulare la connessione da un Paese distante migliaia di chilometri rispetto alla reale posizione di chi le utilizza”. (ANSA)